Da alcuni decenni tutta l’area a cavallo del confine tosco-laziale, compresa nei Comuni di Pitigliano, Sorano, Manciano, Farnese, Ischia di Castro, si è rivelata di grande interesse per la preistoria e in particolare per le Età del Rame (Cultura di Rinaldone) e del Bronzo.
Ma il territorio di Pitigliano ha riservato una straordinaria sorpresa: la scoperta di un osservatorio astronomico preistorico in località Poggio Rota.
La scoperta si deve a Giovanni Feo, che con molto intuito comprese la particolarità straordinaria di questo sito, posto ai margini di un pianoro, che guarda la media valle del fiume Fiora, poco a nord del ponte sulla SR 74, dalla parte opposta delle necropoli etrusche di Poggio Buco.
Il luogo si raggiunge prendendo la strada del Meletello dalla SR 74 appena dopo la Madonna delle Grazie (bivio a destra) fino presso il letto del Fiora, girando poi a sinistra intorno al cucuzzolo di Castel dell’Aquila e percorrendo una breve salita, al culmine della quale a destra si entra in un campo, al cui margine opposto si supera una fratta di alberi per arrivare nello spiazzo di Poggio Rota. Il luogo si può raggiungere anche da una strada bianca da prendersi lungo la SR 74, a circa 6 Km da Pitigliano, presso l’impianto della Ditta Europomice.
Nello spiazzo di Poggio Rota si presenta una serie di grossi monoliti in tufo di diversa altezza, posti a semicerchio, traforati da numerosi buchi, per i quali è difficile capire se sono dovuti all’erosione naturale o sono dovuti all’uomo (coppelle?); dietro i monoliti si trova un masso di tufo che si sviluppa orizzontalmente, su cui si rilevano evidenti squadrature della mano dell’uomo e sulla parte in piano gruppi di coppelle (fori rotondi a forma di coppa) disposti a croce o a triangolo; sulla destra compare una vaschetta scavata nel tufo, spesso piena d’acqua.
Rilevazioni effettuate da valenti archeoastronomi hanno confermato che si tratta di un antichissimo osservatorio preistorico orientato al tramonto del sole, rilevando la presenza su un monolite di un puntatore dell’orizzonte (scanalatura verticale profonda circa cm 20), fianchi dei monoliti lisciati e regolarizzati a formare stretti corridoi, numerosi giochi di luce al tramonto dei solstizi e degli equinozi (fasci di luce orientati, esplosione di luce nell’acqua della vasca ecc.).
Il sito di Poggio Rota è dunque un luogo eccezionale ed unico: una sorta di Stonehenge d’Italia!
Gli studiosi fanno risalire la costruzione dell'osservatorio al terzo millenio a.C. (2.500 a.C. circa), quindi attribuibile alla cultura di Rinaldone, presente nel territorio in quel periodo.[n.d.r.].
Pur con tutta la prudenza possibile, è esaltante pensare che gli antichissimi abitanti di questo territorio erano capaci di osservare i fenomeni celesti, più o meno quando gli antichi Egizi costruivano le piramidi.
TAGES - Poggio Rota - Pitigliano
Mistero Amiata - Poggio Rota - un sito archeologico astronomicamente significativo
Analisi archeoastronomica del sito archeologico di Poggio Rota, di Adriano Gaspani.
Testi e immagini tratti dal libro "Pitigliano - Alla scoperta della città e del suo territorio", Angelo Biondi e Franco Dominici, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2013.
Fotografie di TAGES [3,4] e di Walter Fioramonti.
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