Le estremità nord - sud di piazza della Repubblica[1] si aprono sul paesaggio circostante attraverso quelli che localmente sono denominati i “finestroni”. In epoca ursinea al posto della piazza c’era un profondo fossato (ciò spiega la particolare conformazione di questa piazza), che divideva il palazzo e la rocca dei Conti dall’abitato, al quale gli strapiombi naturali della rupe tufacea garantivano la più assoluta invulnerabilità.
Entrambi i finestroni danno su ariosi e bellissimi panorami delle vallate sottostanti dalla lussureggiante vegetazione: il lato nord, dove è stato collocato il moderno “Monumento al Villano”, domina la valle dei fiumi Prochio e Lente con le loro cascate; a sud si dischiude l’ampia valle del Meleta ricca di necropoli etrusche e di vie cave, con la chiesetta di S. Michele in alto a sinistra e a destra il santuario della Madonna delle Grazie.
Su questo lato della piazza si erge la bella Fontana seicentesca sovrastata da cinque arcate abbellite con palle medicee. Le cannelle da cui sgorga l’acqua sono decorate da cinque mascheroni di bronzo e in pietra. Un tempo, presso questa Fontana, ne esisteva un’altra detta degli “Animali”, di vitale importanza in una società agricola legata all’uso quotidiano delle bestie da soma.
In occasione della costruzione di un nuovo acquedotto nel 1913 si abbellì la piazza collocandovi due fontane gemelle in travertino (A. Biondi 1997). In questa circostanza fu demolita la fontana degli animali e sostituita con quella di piazza Petruccioli, conosciuta come “fonte dei somari”. Al suo centro si erge un pilastro di tufo, alla cui sommità è collocato il busto del Granduca Leopoldo II, in Maremma detto familiarmente Canapone.
[1] Piazza della Repubblica era localmente chiamata “piazza dei magazzini”, poiché alcuni edifici erano adibiti a granai ai tempi dei granduca. Un muro separava il palazzo comitale e la cittadella bastionata dalla “terra”, cioè dall’attuale centro storico. In seguito alla demolizione del muro la piazza fu notevolmente ingrandita.
Testi e immagini tratti dal libro "Pitigliano - Alla scoperta della città e del suo territorio", Angelo Biondi e Franco Dominici, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2013.
Fotografie di Andrea Mearelli.
Il testo di questa scheda è coperto da Copyright e ne è quindi vietata la copia, la riproduzione anche parziale o l'utilizzo con qualsiasi mezzo.
Tutte le immagini, se non diversamente indicato, sono di proprietà dell'autore e coperte da copyright.