# Monte Tellere

Coordinate: 42.611364 N, 11.591248 E
Pitigliano

Il Monte Tellere, poco distante da Pitigliano, è un'altura vulcanica ricoperta da un fitto bosco di querce; sugli scoscesi versanti del monte, spaccati da profonde fenditure, si vedono rocce lavorate e scolpite, con semplici nicchie o cellette votive, spesso ricoperte da una miriade di fori circolari o ellittici.
Il monte fu sicuramente abitato da un popolo della preistoria, giunto in queste terre dopo aver risalito la via fluviale della valle del Fiora.
L'impervia natura del luogo, tra boschi e baratri, ha preservato l'antico habitat delle forre vulcaniche. All'ombra delle querce troneggiano scuri megaliti, costellati di nicchie e altre cavità.
Sul versante sud-est del monte si trovano due lunghe file di queste enigmatiche pietre, altre file sono sulla sommità del monte e sul versante occidentale. Sparse in varie parti del bosco si vedono lavorazioni rupestri, grotte, pietre con fori, canali e vasche scolpite nella roccia.
Ancora non ci sono notizie certe su chi vivesse in queste selve, nè tanto meno sul periodo del loro insediamento; sicuramente non furono gli Etruschi, ma precedenti popolazioni che qui si insediarono per primi.
Una sacralità atemporale aleggia in questi luoghi, non paragonabile ad alcunchè di conosciuto. Solo un senso di estrema antichità promana dalla ieratica immobilità delle rocce.
Dall'alto del monte Tellere, su un pianoro esposto a tutti i venti, si possono osservare le maggiori vette di questa parte dell'antica Etruria: il monte di Canino (o di Vulci), l'Amiata e il monte Labbro, monte Becco e il Voltone, Poggio Buco e la rupe di Cellena, il monte Elmo e il monte Rosso.
Il tipo di megaliti con fori e nicchie non si trova solo sul Monte Tellere, ma anche su altri rilievi contigui, allineati in direzione nord-sud lungo la valle del Fiora. In tutto si contano almeno una decina di complessi megalitici e se ne distinguono due tipi principali: allineati a schiera oppure disposti circolarmente, o meglio a ellisse, come a Poggio Rota.
Il sentiero, nel bosco, è di non semplice percorribilità. I megaliti sono spesso nascosti dalla fitta macchia.

Fonti

Testi e immagini tratti dal libro "Geografia Sacra", Giovanni Feo, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2015.

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