Insuglietti è una località del comune di Pitigliano, situato in prossimità di Poggio Buco e Le Sparne sulla destra del fiume Fiora, caratterizzato da una rimarcabile ricchezza di emergenze archeologiche eccezzionali che vanno dai Rinaldoniani (III° millenio a.C.) agli Etruschi e da un contesto paesaggistico di grande bellezza ed incontaminato.
Ciononostante Insuglietti è praticamente sconosciuto. Se cercate sul territorio non trovate alcuna indicazione; se cercate sul web troverete pochissimo e comunque nessuna pubblicazione del Ministero dei Beni Culturali. Pare incredibile che Insuglietti non sia mai stato minimamente valorizzato da chi ne ha la facoltà e il dovere così come, a poca distanza, Poggio Buco sia diventato proprietà privata e poi abbandonato a deposito di rifiuti speciali non autorizzato.
Con questa guida ci proponiamo di porre qualche rimedio, di sensibilizzare le istituzioni e di fornire ai turisti le informazioni e le istruzioni essenziali per una visita di questo territorio straordinario.
Il territorio di Insuglietti comprende principalmente tre alture limitrofe e la valle situata all’interno di queste.
La prima altura conserva i resti monumentali di una vasta necropoli etrusca (VII sec. a.C.).
Sulla seconda altura oltre a una necropoli etrusca, si trovano due manufatti di grande imponenza, strettamente collegati tra di loro, situati dove la cresta della collina incomincia a scendere verso il fiume Fiora.
L’insieme è costituito da una grande “galleria” ipogea scavata nel tufo e da una tomba etrusca monumentale di età arcaica (VII secolo a.C.).
La terza collina, infine, è segnata dalla presenza di una complessa struttura megalitica, con funzione astronomica, sul medesimo tipo del tempio-osservatorio di Poggio Rota . Dall’alto della collina, l’osservatore può vedere il cerchio di pietre che si sviluppa, verso il basso, lungo il crinale. Quello che sembra un ammasso informe appare diviso da tre corridoi paralleli di megaliti.
Una successiva e più attenta indagine farà scoprire una serie di altri elementi, di sicura lavorazione umana: altri mirini, punti di osservazione astronomica ricavati su pietre e una probabile meridiana. La realizzazione dell’insieme megalitico, per la presenza di tracce simili a quelle viste a Poggio Rota e a Le Sparne, viene fatta risalire a epoca rinaldoniana.
Più avanti sono visibili due manufatti monumentali, disposti su una linea virtuale parallela alla strada: a sinistra una grande tomba etrusca “a dado” , a destra una insolita struttura semicircolare , di grandi dimensioni, scavata nella roccia di tufo, oggi ricoperta dalla vegetazione.
L’area descritta presenta una contiguità di opere rinaldoniane ed etrusche, tutte di notevoli dimensioni, megalitiche quelle rinaldoniane e di rifinita architettura rupestre quelle etrusche. Si tratta di opere a carattere sacrale e, vista la mancanza di tracce di un insediamento abitativo, si può ritenere che l’area in questione sia stata, per un lungo lasso temporale, un’ importante valle sacra.
Testi e immagini tratti dal libro "La più antica civiltà d'Italia - Origini e diffusione della cultura di Rinaldone", Alberto Conti e Giovanni Feo, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2019.
Foto di TAGES Associazione Culturale
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