Grotta dell'Utero

Coordinate: 42.596824 N, 11.6807 E
Pitigliano
Sorgenti della Nova

In prossimità delle Sorgenti della Nova si trovano una serie di monumenti scavati nel tufo, a dimostrazione dell'intensa frequentazione di tutta l'area da parte dell'uomo, in epoca molto antica.
Da segnalare la Grotta dell'Utero (Sorgenti della Nova, fosso Varlenza) nelle cui vicinanze sono stati rinvenuti ceramica e manufatti dell'età del Rame.
La grotta, affacciata sul dirupo del fosso del fiume Nova, riproduce all'interno quello che sembra un realistico utero femminile.
Dell'acqua, quando piove, si raccoglie in un pozzetto situato nel punto più profondo del locale, per poi fuoriuscire attraverso un lungo canale di scolo.
E' evidente la presenza di un arcaico culto dell'acqua.
La grotta è vicina ad una cospiqua serie di siti che paiono coevi; tutti situati sull'alto delle rupi che costeggiano il fosso del fiume Nova, sul versante esposto a sud.
Si tratta di un susseguirsi di rocce di sommità scolpite con nicchie, fori, cavità ellittiche, piccoli grottini, probabilmente dedicati al culto, con ricorrenti orientazioni verso sud ed ovest.

Una gemella della Grotta dell’Utero di Fosso della Nova è la grotta santuario di Tangarduk Kaya che si trova nella regione di Kardzhali, in Bulgaria. Secondo gli archeologi si tratta di una grotta artificiale, costruita, seguendo una fessura tettonica, tra la fine dell' Eneolitico e l'inizio dell’Età del Bronzo e dedicata al culto della Gran Madre.

Documentazione fotografica

grotta dell'utero
Pitigliano, Fosso della Nova, Grotta dell'Utero, in terra è scavato un lungo canale [2]
grotta dell'utero
Pitigliano, Fosso della Nova, Grotta dell'Utero, ai lati si riconoscono dei loculi [3]
grotta dell'utero
Pitigliano, Fosso della Nova. Fori allineati, sulla parete esterna della grotta dell'Utero. [4]
grotta dell'utero
Bulgaria, la grotta santuario di Tangarduk Kaya. [5]

Fonti

Testi e immagini tratti dal libro "Dalla Preistoria agli Etruschi", Alberto Conti e Giovanni Feo, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2016.

Fotografie di Giovanni Feo [1-4] e di Filipov Ivo - Own work, CC BY-SA 4.0, [5].

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