Il quartiere ebraico di Pitigliano iniziava a metà di Via Zuccarelli e terminava poco oltre la Sinagoga.
Alla fine della volta che scavalca via Zuccarelli, sulla sinistra, un’angusta porta ad arco introduce nel vicolo Marghera intorno al quale si sviluppava l’antico ghetto. Qui si trovano le abitazioni ebraiche più antiche, gli edifici principali ed i servizi della Comunità ebraica.
Scendendo in fondo alla viuzza si può seguire il percorso di visita, gestito dall’Associazione “La Piccola Gerusalemme”: i suggestivi locali sotterranei sono per la maggioranza in grotta: Bagno rituale, Cantina Kasher, Mostra di cultura ebraica, Macello Kasher, Forno per le azzime, Tintoria; si sale poi in alto per una scalinata, che porta ad un piazzale, ove furono le scuole israelitiche, l’archivio e la biblioteca, un tempo ricca di libri ebraici.
1. BAGNO RITUALE
Resti del bagno (miqve:"raccolta" di acqua). Sono individuabili le antiche vasche utilizzate dalle donne per il rito della purificazione al termine del ciclo mensile e prima del matrimonio. Nelle vasche veniva immessa anche acqua piovana.
2.CANTINA KASHER
Nel locale veniva prodotto il vino Kasher (Kasher : adatto ad essere consumato, perchè prodotto seguendo le regole previste dal rito ebraico). Anche oggi, nella Cantina Cooperativa di Pitigliano, viene prodotto questo vino, sotto la guida di un rabbino, secondo le regole; i recipienti devono essere precedentemente lavati per molte ore sotto l'acqua corrente. Non devono esservi additivi a base di caseina.
Le norme che regolano l'alimentazione ebraica vietano che si consumino nello stesso pasto cibi a base di carne e latticini: un vino che contenesse additivi a base di caseina non si potrebbe bere mangiando carne.
Il vino viene pastorizzato ad una temperatura più elevata del solito. La produzione viene seguita dalla raccolta delle uve fino all'imbottigliamento.
3. MUSEO DI CULTURA EBRAICA
Raccolta di numerosi oggetti tipici del culto ebraico. Nel museo e nel corridoio sono presenti quadri murali che illustrano le festività e le solennità ebraiche.
La stanza in cui il museo è ubicato è stata individuata come il primo luogo di culto e di studio agli inizi dell'insediamento della comuità.
Sopra la stessa stanza, nel 1598, è stata costruita l'attuale Sinagoga.
4. MACELLO KASHER
Nel locale venivano macellati secondo il rito, da persona esperta addetta alla macellazione (shochet), gli animali permessi (pollame e ruminanti con lo zoccolo spaccato - ovini, caprini, bovini, cervidi).
La macellazione avviene con taglio delle carotidi, effettuato con un solo colpo neto e rapidissimo: l'animale perde istantaneamente la coscienza, perchè il sangue che sgorga a fiotti non irrora più il cervello; così la sofferenza è minima.
La legge ebraica vieta l'uso del sangue, perché "il sangua è la vita".
5. FORNO DELLE AZIME
Serviva esclusivamente per la cottura dei dolci di Pasqua e del pane azzimo, per tuta la comuità, per tutti gli otto giorni di Pasqua. Veniva aperto una volta all'anno.
Fu usato per l'ultima volta per la Pasqua del 1939, prima che la Comunità interrompesse il suo culto a causa delle leggi razziali.
6. TINTORIA
Le stanze erano adibite a bottega artigiana (tintoria). E' testimoniato dalle vasche ritrovate. Da notare all'ingresso, sulla destra dello stipite, l'incavo leggermente obliquo dove veniva posta la "mezuzà".
Mezuzà: stipite della porta; per estensione mezuzà è il rotolino di pergamena, racchiuso in un astuccio, con scritto il brano del Deuteronomio 6, 4-9 ("Ascolta, Israele, il Signore è uno"...) e altri versetti biblici.
Per visite e orari di apertura si veda Musei di Maremma - Museo Ebraico, Sinagoga e Ghetto
Testi e immagini tratti dal libro "Pitigliano - Alla scoperta della città e del suo territorio", Angelo Biondi e Franco Dominici, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2013, e da "Le Città del Tufo della Valle del Fiora", Giovanni Feo, Editrice Laurum, Pitigliano, 2016.
Fotografie di Walter Fioramonti [1,2,3], Andrea Mearelli [foto n. 4,6] e di Guido Cervetti [foto n. 5,7].
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