Fosso della Nova

Coordinate: 42.596692 N, 11.681475 E
Pitigliano
Sorgenti della Nova

Il Fosso della Nova è una forra vulcanica profonda circa cento metri che si trova sul confine Toscana e Lazio.
Sulle alte rupi che svettano sopra il baratro, una sconosciuta civiltà ha lasciato inciso sulla pietra un ricco repertorio di segni primordiali.
Cosa significano questi segni e chi li ha prodotti?
Per ora non c'è una risposta esaustiva, perchè questa antica arte rupestre non è mai stata ufficialmente "scoperta" nè tanto meno studiata.
L'asperità dei luoghi, ricoperti di fitto bosco e dai rovi ha scoraggiato qualsiasi avvicendamento che non fosse quello degli animali selvatici.
Il sito più ricco di segni primordiali è sulla parte alta del fosso della Nova, il versante roccioso esposto a meridione. In alto sulla cima del baratro le rupi sono ricoperte da innumerevoli fori, che rimandano a uno sconosciuto linguaggio simbolico.
Le rupi incise sono visibili anche da lontano, per esempio dal fondo valle, presso la sorgente del fiume Nova: qui l'acqua sgorga da un grottino artificiale, minuziosamente scavato da un popolo del XII sec. a.C., i proto-villanoviani. Probabilmente la sorgente, oltre a dissetare la comunità, fu sito prezioso e sacro, dove era assiduamente praticato il culto delle acque.
Un'esame attento delle rupi ha dimostrato che le cavità di cui sono costellate non sono opere naturali, c'è da chiedersi allora quale fosse la loro funzione.
Una sbrigativa ipotesi è che fossero utilizzate come sepolture rupestri, per deporvi urne cinerarie. L'ipotesi è però insostenibile; le cavità infatti non hanno caratteristiche univoche, si va dai semplici buchi circolari di pochi centimetri ai fori larghi anche quaranta centimetri, e ancora nicchie di forma ellittica, piccole e grandi. In molti casi, inoltre, queste sono situate in posizioni irraggiungibili; per scavarle fu necessario lavorare appesi nel vuoto, il che sembra scoraggiare una loro finalità funeraria.
Quindi più che a motivi di utilità, una simile pratica sembra in relazione con la sfera del sacro e del culto.
La particolare disposizione simmetrica dei fori e delle nicchie è uno degli elementi più enigmatici.
Numerose sono le cavità allineate secondo una visibile successione, a distanza regolare l'una dall'altra, così da formare sequenze e figurazioni, la più ricorrente è composta di tre fori di cui uno, il primo o il terzo, è spostato lateralmente, pur mantenedo la stessa distanza dagli altri due. Il segno ricorda la cintura di Orione, ovvero la parte centrale della costellazione di Orione, il Cacciatore, uno tra i più diffusi segnacoli della volta notturna presso tutte le antiche civiltà mediterranee.
Questa però è solo una congettura; è invece evidente una connessione tra questi siti rupestri e il tragitto del sole.
L'esposizione verso sud-est è la più ricorrente, il cammino dell'astro di luce e la regione meridionale furono intenzionalmente scelti come privilegiati settori di riferimento spaziale. Un secondo tipo di orientamento, anche questo rinvenibile in più siti, è verso il settore ovest. In almeno cinque siti il modello si ripete:un grottino ovale sull'estremità della rupe tutta costellata di fori, coppelle e nicchie ellittiche, e poi il sole del tramonto che puntualmente indora e rosseggia sulle pareti di tufo.
Un'altra ipotesi è che in questi antichi luoghi sacri sia stata praticata una forma di culto con gli elementi naturali: il sole, la pioggia fecondatrice, il vento, il potere della pietra lavica.
Sopra e intorno alle grandi rupi sono visibili sul terreno dei canali scolpiti per la defluizione delle acque piovane, la loro larghezza varia dai dieci ai cinquanta centimetri. Il reticolato di canalizzazioni si estende su tutta l'area e sembra servisse a due scopi: far defluire l'acqua a dispersione verso il fondo valle e bagnare le rupi con le cavità scolpite. Perchè fosse necessario bagnare le rupi è stato in parte già spegato; attraverso il potere fecondante dell'acqua si rendeva attivo il potere della roccia.

Documentazione fotografica

fosso della nova
Territorio di Pitigliano. Parte alta del Fosso della Nova vista dall'insediamento protostorico di Sorgenti della Nova [2]
fosso della nova
"Territorio di Pitigliano. Parte alta del Fosso della Nova vista da Sorgenti della Nova" [3]
fosso della nova
"Territorio di Pitigliano. Parte alta del Fosso della Nova vista da Sorgenti della Nova" [5]
fosso della nova
Territorio di Pitigliano, Fosso della Nova, Megalite con coppelle [6]
fosso della nova
Territorio di Pitigliano, Fosso della Nova, Due tipi di lavorazioni rupestri: ellittica e circolare [7]
fosso della nova
Pitigliano, Sorgenti della Nova, grande masso con probabile funzione di orologio solare [8]

Istruzioni per la visita

da sviluppare

Fonti

Testi e immagini tratti dal libro "Geografia Sacra", Giovanni Feo, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2015.

Fotografie di Luca Bececco [2,3,4,5] e di Giovanni Feo [1,6,7,8].

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